03/02/08

Carl Gustav Jung, AION. RICERCHE SUL SIMBOLISMO DEL SÉ


[Mandala. (From the walls of Dublin). Foto di Marzia Poerio]


AION. RICERCHE SUL SIMBOLISMO DEL SÉ. Prima edizione in lingua tedesca 1951. Carl Gustav Jung, OPERE, vol. IX.2, Torino Bollati Boringhieri, 2005


AION dà una descrizione e definizione del Sé, ovvero della "totalità psichica" riconoscibile nel mandala: i “mandala individuali sono simboli di ordine, per cui si presentano nei pazienti in periodi di disorientamento o riorientamento psichico. Quali circoli magici, essi esorcizzano e aggiogano le sfrenate potenze del mondo delle tenebre e formano, creano un ordine che trasforma il caos in cosmo” (p. 31). Tra le varianti omologhe del mandala si annoverano i motivi del cerchio e della quaternità; e forme come quella geometrica del cristallo. Il Sé è l'unione di conscio e inconscio; e "come tutti gli archetipi [...] ha un carattere antinomico paradossale; è maschile e femminile, vegliardo e fanciullo, potente e inerme, grande e piccino; il Sé è un'autentica complexio oppositorum" (p. 253).

L'analisi di Jung in AION comprende, esaminati per esteso, quattro componenti del Sé: l'Io, Anima e Animus e l'Ombra.

L'Io è la personalità razionale. Jung lo definisce come “il soggetto di tutti gli atti personali consci”, mentre l’inconscio è l'“ignoto” del “mondo interno” (p. 3).

La sizigia Anima (il femminile nel maschile) e Animus (il maschile nel femminile) è qui vista in parte in negativo, legata alle strategie di proiezione. Quando nell’uomo c’è un problema di Anima, ci sono sentimentalità eccessiva e risentimento proiettati sugli esseri circostanti; la proiezione dell’Anima dipende dall'“imago della madre: e non solo di questa, ma anche della figlia, della sorella e dell’amata” (p. 12). In positivo l’Anima integra l’Eros alla coscienza, accompagnandone il senso della relazione e connessione. Intelletto (Animus) e sentimento (Anima) si oppongono per definizione l’uno all’altro. “A chi s’identifica con un punto di vista intellettuale, il sentimento si fa a volte incontro con ostilità sotto forma di Anima” (p. 30). In positivo, però, il maschile e il femminile si integrano: "come l'Anima per mezzo dell'integrazione apporta Eros alla coscienza, così l'Animus apporta Logos; e come l'Anima presta alla coscienza maschile relazione e connessione, così l'Animus presta alla coscienza femminile riflessività, ponderatezza e conoscenza" (p. 16). L'Anima inoltre rappresenta la libertà collettiva, il desiderio di levitazione al di sopra della pesantezza della terra.

L'Ombra, o parte nascosta dell'inconscio, in questo volume è esaminata nel suo lato di negatività. La ragione riconosce con facilità i tratti tipici dell’Ombra, ma in caso di proiezione “vengono meno tanto l’intuito quanto la volontà, perché la causa dell’emozione sembra trovarsi nell’‘altro’”. Conseguenza delle proiezioni è “l’isolamento del soggetto dal mondo reale, per cui, invece di un rapporto col mondo, c’è un rapporto illusorio” (p. 9). Sul piano piú ampiamente culturale, l'Ombra coincide, storicamente nell'eone cristiano, col male, cui si contrappone il bene: i due concetti, secondo Jung, presuppongono l'uno l'altro.

La scissione tra questi due concetti sarebbe conseguente alla contrapposizione avvenuta tra Cristo (rappresentante storicamente il Sé) e Anticristo. Cristo è un “simbolo del Sé” (p. 65); è l’analogia più vicina per valutare il Sé e il suo significato. Ma perché l’analogia sia completa occorre accanto a Cristo considerare l’Anticristo, cioè il bene e il male esistono in relazione uno all’altro. La loro incompatibilità e contrapposizione nella psicologia cristiana si fonda su un “inasprimento morale” che non si ritrova in altre religioni come il Buddismo.

L'opposizione netta di bene e male è discutibile. L’acutizzazione degli opposti crea sofferenza: i due aspetti dovrebbero piuttosto integrarsi in una visione armoniosa e composta, in cui l'Io assume il predominio dopo avere riconosciuto le forze inconsce invece di tentare di rimuoverle. Il contrasto morale è alla base di tutte le nevrosi e necessita di un simbolo che comprenda gli opposti. Il bene e il male sono in realtà concetti relativi: "noi non siamo in grado di dare una definizione di bene e male che sia universalmente valida, poiché in ultima analisi non sappiamo cosa siano in sé bene e male" (p. 252). Il Sé è archetipo della totalità; e l'integrazione equilibrata degli opposti è uno degli scopi dell'analisi oltre che augurio per la storia umana.

Se la storicità dell'inconscio, la descrizione dell'eone cristiano, la storia della simbologia del pesce e del serpente, la rivalutazione delle concezioni gnostiche e alchemiche possono lasciare perplessi quanto alle conclusioni, si resta ammirati invece dall'erudizione, dal movimento della scrittura in un mondo simbolico di analogie culturali della cura analitica.

La ricerca è quella del simbolo inteso "nel suo senso proprio: che è quello di designare e formulare nel miglior modo possibile un oggetto non completamente conoscibile" (p. 69). In questo campo, il ruolo della letteratura è quello di rappresentare processi inconsci, come fanno le fiabe e i miti: "La loro reiterata narrazione fa sì che questi processi siano nuovamente ricordati, ravvivati, ristabilendo con ciò il collegamento tra la coscienza e l'inconscio" (p. 169).


[Roberto Bertoni]