03/06/09

GARDEN AND COSMOS: THE ROYAL PAINTINGS OF JODHPUR (British Museum, Londra)

Come spiega il dépliant illustrativo, la mostra raccoglie alcuni dipinti del Rajastan, provenienti dalla collezione reale del Mehrangarh Museum Trust di Jodhpur, esibiti per la prima volta in Europa e prodotti sotto il regno dei maharaja Bakhat Singh (1725-1752), Vijai Singh (1752-1793) e Man Singh (1803-1843).

Due sono i settori in cui si suddivide il percorso visivo: quello profano, con rappresentazioni di giardini e dei cortili della reggia, dei sovrani e di danzatrici, di armati e di altri personaggi, di paesaggi sullo sfondo, di giardini, di vari interni; e quello spirituale, che si fonda su rappresentazioni simboliche delle religione yogica Nath e comprende figurazioni dei chakra, visioni dei mondi terreni e ultramondani e altri motivi.

Le figure umane sono spesso iterate e iconiche, nondimeno possiedono una individualità pur nella riproduzione seriale; i giardini sono esotizzanti e a tratti fantastici; le architetture hanno tratti realistici, così pure i cavalli, gli elefanti, le vesti femminili e maschili, dettagli di bandiere e armi, di capigliature e baffi, di strade e pavimentazioni, con colori variati e ricorrenti a seconda del tono umorale, dell'applicazione simbolica, del gusto soggettivo. L'alternanza geometrica nella disposizione delle figure lascia spazio, nei dipinti profani, alla centralità del Re.

Nei dipinti religiosi, interessanti, oltre che in generale, per il fatto che dopo il periodo in questione, dei Nath non è rimasta traccia ufficiale, colpisce la rappresentazione del vuoto tramite il bianco, con figure laterali a rappresentare gli elementi dottrinali in alcuni quadri. In altri, gli elementi teologici assumono la forma di figure geometriche, un astrattismo che implica il riferimento ai testi sacri (ove disponibili) per la decifrazione coadiuvata con precisione e chiarezza dalle didascalie e dai pannelli esplicativi che accompagnano il tracciato espositivo.

Se queste immagini hanno un significato logicamente specifico, storicizzato, legato a una tradizione che l'esperto potrà comprendere a fondo, a noi non competenti colpisce anche la sua diversità, non però così aliena dalla tradizione iconica occidentale; ed è pur vero che siamo rimasti intrigati dai particolari minuziosi, ci siamo sorpresi a seguire le figure dei dipinti come se marcassero il dipanarsi di storie immaginose, commossi a tratti, desiderosi di saperne di più.

Qualcuna delle immagini, che nel loro complesso a noi, ammiratori di miniature indiane stupiti e non troppo culturalmente consapevoli dell'Oriente, sono sembrate particolarmente consone, si può visualizzare su Internet a Riproduzioni da Garden and Cosmos.


[Renato Persòli]