21/08/13

Carla Riccardi, PENSIERO POLITICO, TEORIE LETTERARIE E NARRATIVA TRA RISORGMENTO E UNITÀ


“Strumenti critici”, XXVI.2, 2011, pp. 231-59


Riccardi mette in rilievo come l’interazione intensa tra “pensiero politico, teoria della letteratura e narrativa” sia collocabile piuttosto nel Primo che nel secondo Ottocento e risponda a “un’intenzionalità forte: pensare l’Unità”, non ereditata dagli autori dell’ultimo quarantennio del secolo (p. 231). Riscontra, tuttavia, la presenza del motivo risorgimentale sia nella prima che nella seconda metà del periodo in questione.

Più dettagliata è la trattazione di alcuni autori.

La teoria dell’impegno di Mazzini presuppone, come egli scriveva, “una idea presaga dell’avvenire e comune a tutti, scrittori e lettori” (p. 232) e, commenta Riccardi, una “missione messianica dell’intellettuale” (p. 233) in una prospettiva “quasi esclusivamente ideologica e politica” (p. 234).

Stranamente, forse, se si pensa alla produzione creativa di Tarchetti, caratterizzata dal fantastico, è proprio questo autore a tracciare un rapporto concreto tra storia e narrativa nello scritto “Idee minime sul romanzo” (Rivista minima, 31-10-1865), in cui sostiene da un lato l’idea del romanzo in quanto “allettamento” e dall’altro il suo impatto sociale (p. 236). Sul piano creativo, rispetto alla Guerra di Crimea, in Una nobile follia. Drammi della vita militare, Tarchetti assume una “posizione antimilitarista” (p. 245).

Nievo, più esplicitamente, lega la narrativa al Risorgimento nelle Confessioni, in modo talmente noto che non è forse qui nemmeno il caso di delinearlo in dettaglio. 

Verga raffigura il Risorgimento in varie opere, sia i romanzi, e qui Riccardi ricorda, tra gli altri aspetti, l’impatto della battaglia di Lissa sulla rovina della famiglia Malavoglia, e il tramonto di Gesualdo di fronte alla presenza garibaldina in Silcilia; sia i racconti, di cui viene esaminato più da vicino “Camerati” (nella raccolta Per le vie, 1883), il cui protagonista, Malerba, è un esponente del mondo contadino che si trova a combattere a Custoza, co uno scollamento ideologico tra il patriottismo ufficiale e l’appartenenza a mondo altri, quello rurale in questo caso, del mondo subalterno.


[Roberto Bertoni]