31/10/15

CARTE ALLINEATE. Seconda serie, numero 39, Ottobre 2015 / Second series, issue 39, October 2015

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INDICE ALFABETICO / INDEX


Le voci elencate qui sotto senza il nome dell’autore sono state scritte, e le foto sono state scattate, da Roberto Bertoni. 

- DANTE 750. Riflessione, 3-10-2015.
- IANNUZZI, Giulia, DISTOPIE, VIAGGI SPAZIALI, ALLUCINAZIONI. Note di lettura, 29-10-2015.
- JIA, Zhangke, THE WORLD. Storie di film, 19-10-2015.
- KOMATSU, Sakyo, JAPAN SINKS. Note di lettura, 11-10-2015.
- MESSINA, Marcello, ANNOTAZIONI AGGIUNTIVE SU MONTALE E L'EPIFANIA: RIVERBERI PASCOLIANI E REBORIANI IN NOTIZIE DALL'AMIATA. Riflessione, 13-10-2015.
- MIYAZAKI, Hayao, NAUSICAA DELLA VALLE DEL VENTO. Storie di film, 25-10-2015.
- MORAVIA, Alberto, CINA 1986. Note di lettura, 21-10-2015.
- OGAWA,  Yoko, REVENGE. Note di lettura, 7-10-2015.
- PER INGRAO. Testo con traduzione, 9-10-2015.
- PINI, Angelo, PREVIDENTE. Testo, 15-10-2015
- PIZZI, Marina, DIVE ELEMOSINE - 2015 (Strofe 1-5)

29/10/15

Giulia Iannuzzi, DISTOPIE, VIAGGI SPAZIALI, ALLUCINAZIONI

Sottotitolo: Fantascienza italiana contemporanea. Prefazione di Pierpaolo Antonello, Milano e Udine, 2015


Utile questo volume di Iannuzzi, che fa seguito al preedente, del 2014, sulla fantascienza italiana in genere, recensito su Carte allineate

Nel libro del 2015, gli autori sono molto ben scelti a esemplificare tendenze della fantascienza professionale italiana che, oltre a tematiche internazionali e orientate sulla riflessione esistenziale e sociale, propongono anche una scrittura di qualità letteraria che varia tra discreta e buona.

I quattro rappresentanti esaminati dall’autrice sono Lino Aldani, Gilda Musa, Vittorio Curtoni e Vittorio Catani. Vecchie conoscenze, si potrebbe dire, se tutti erano già operosi negli anni Settanta.

Se l’autore di queste note dovesse esprimere una preferenza, sceglierebbe Musa, soprattutto per i due testi, analizzati assieme ad altri da Iannuzzi, Festa sull’asteroide ed Esperimento donna, giustamente definiti “romanzi dell’alterità” (p. 185), in cui l’incontro tra umani ed extraterrestri provoca nuove forme di coscienza negli uni e negli altri, ma in prevalenza l’umanità è presentata come priva di innocenza e in parte anche corruttrice.

A ciascuno dei quattro autori è dedicato un capitolo. Il primo capitolo, invece, punta sulla fantascienza in generale, su alcune teorie rappresentative, tra cui quelle di Suvin e Rieder, e una propensione per la non classificabilità specifica della fantascienza entro i parametri del genere letterario.

Tra i primi romanzi fantascientifici italiani, Iannuzzi ricorda varie opere, tra queste alcuni di Salgari e di Enrico Novelli (pp. 30-31).


[Roberto Bertoni]

25/10/15

MIYAZAKI HAYAO, NAUSICAA DELLA VALLE DEL VENTO


[The red bridge (Kildare gardens 2015). Foto Rb]


Miyazaki Hayao, Nausicaa della Valle del Vento. Giappone 1984. Musica di Joe Hisaishi


Autore anche dell’omonimo fumetto, Miyazaki ha costruito, con questo film di animazione, un classico ecologico, dell’avventura per ragazzi e dell’immaginazione post-apocalittica.

Dalla terza angolazione, si dispone all’interno di una corrente giapponese, che abbiamo già avuto modo di notare recensendo Japan Sinks. L’archetipo della distruzione naturale, socializzatosi a partire da eventi catastrofici (terremoti, tifoni, alluvioni, tsunami), si accompagna alla distruzione provocata dalla guerra e alla catastrofe totale insediatasi tragicamente nell’immaginario nipponico contemporaneo a partire dalla distruzione atomica.

In Nausicaa, la foresta nata dopo le guerre distruttive degli umani, è popolata da insetti mostruosi in apparenza, ma che in realtà, come si chiarisce poco per volta nel corso della vicenda, proteggono gli alberi, che disintossicano l’aria inquinata, assorbendone le sostanze tossiche per trasformarsi poi in pietra.

Nausicaa è un’eroina adolescente, pilota di un aliante e biologa, una delle capostipiti, nei cartoni, del personaggio della ragazzina al contempo temeraria e indipendente e teneramente interessata agli affetti e alla protezione della vita.

Questa principessa della Valle del Vento dedica la propria energia a difendere la popolazione savia e pacifista della Valle senza esercitare violenza contro gli animali e nemmeno a danno dei nemici. La sua impresa è ostacolata dalla crudeltà e insipienza del regni militarizzati di Tolmechia e di Pejite, in competizione l’uno contro l’altro nel tentativo dei Tolmechi, dettato da ignoranza, di distruggere la foresta servendosi di un gigante, arma micidiale resuscitata dalle guerre fratricide di mille anni prima. Nel tentativo di salvare la vita dalla catastrofe dovuta alla bellicosità cieca, perde la vita, che le viene restituita dagli insetti giganti che i Toltechi volevano sterminare.

La musica di Hisaishi accresce i connotati, tanto epici quanto sentimentali ed esotici, di questo film emotivo e disegnato con cura e fantasia, basata com’è, in parte, oltre che sull’idioletto di Hisaishi, indubbiamente marcato e ben distinguibile, su parti armoniche di ascendenza mediorientale, che imprimono connotati ibridati alle scene nel deserto, oltre che su riferimenti generici a varia musica da film.

Il salvataggio di Nausicaa da parte degli insetti Ohm, alla fine del film, somiglia al finale di Avatar, a dimostrazione di quanto Miyazaki sia ancora influente anche in anni recenti.


[Roberto Bertoni]

23/10/15

Marina Pizzi, DIVE ELEMOSINE - 2015 (Strofe 1-5))



 ["Like tears? Or being saved by the contemplation of that water wall?" (Singapore 2015). Foto Rb]


1.


Fanciullaggini del cristallo capire

Se si è schiusi nei giri delle rondini



2.


Occasi di elemosine guardarti

Fanciullo di giochi di sismi

Anacoreti i fiori dell’altare

Dalla tara del diavolo appassiti.



3.


Donna di strapiombo questo mare

Figliolo senza tempo ed ospizio

Nerastro corridoio senza.

Meringa a merenda fu la gioia

Rubata dalla stirpe più cattiva

Dalla viltà satanica di stare

Ebbro gerundio vivere poco.

La rotta che non ho è affare nudo

Sotto il supplizio di resistenza

La stanza tutta occaso solo contorta.

Morire per la preghiera del cantico

Colmo idiota questo soffrire.



4.


Odissee di polveri questo morire

Rimato da tagliole da trappole di sangue

Dal gendarme che ha bruciato la chiave

Con la vergogna di essere bacata

Somigliante la palude che m’inghiotte

Restaurata dalla voglia di non essere

Che scivolo di giostra per sorridere

Finalmente resa al volo di partenze

Lacrimose metriche d’echi.

La lagna della porta che scricchiola

Battezza solitudine. Le rughe a catinelle

Delle bambine vecchie. Quale rantolo

Mi sarà cortese sotto le palpebre?



5.


Vermiglie croci le asole della giubba

Per passeggiate da via crucis

Tocchi alle tempie che viaggiano morenti

E la redenzione si giura in un calamaio

Per altre poesie da dileggiare, sì dileggio.

Vermiglie croci le asole della giubba




[Continua nei numeri successivi]

21/10/15

Alberto Moravia, CINA 1986


In Viaggi. Articoli 1930-1990. Milano, Bompiani, 1994, pp. 1651-84.

Che senso ha il resoconto di viaggio se questo si svolge in paesi di cui non si sa la lingua, dunque non c’è, almeno fino ad anni recenti in cui l’inglese si è fatto lingua planetaria, che una scarsa possibilità di informarsi direttamente dalla conversazione senza interprete, di decifrare i segni tramite la lettura non in traduzione, di esprimere una frequentazione, insomma, tanto della quotidianità, quanto della cultura, dovuta a materiali di prima mano?

Soprattutto, poi, se, anziché un apprendere verecondo dal luogo in cui ci si reca, si ha, scrivendo per quotidiani nazionali, o pubblicando per case editrici di grande diffusione, una tendenza quasi obbligatoria a trarre bilanci immediati e totali, nati da pochi giorni di soggiorno e da letture affrettate.

Moravia, per lo meno, a differenza di altri viaggiatori d’eccezione che hanno visitato la Cina prima di questo secolo anglicizzato linguisticamente, si attiene a dichiarazioni piuttosto fattuali e riferisce impressioni personali, ma anch’egli riconosce, nel terzo viaggio, del 1986, quanto i bilanci frettolosi possano indurre nell’errore. Rivela, per esempio, di non avere potuto comprendere la violenza della rivoluzione culturale nel viaggio precedente, del 1967, in cui attribuiva a Mao, tuttavia, un marxismo di stampo confuciano. (Il primo viaggio risale al 1937).

La predizione del futuro, comunque, non è tanto lontana dalla realtà, se, in quella metà di anni Ottanta, preannunciava una Cina proiettata a diventare terza potenza mondiale, sbagliando di due potenze, dato che è oggi la prima quanto a ricchezza.


[Roberto Bertoni]